E-bike: e se cambiassimo prospettiva?

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Lancio una provocazione, sicuro che qui non avrò difficoltà a farmi comprendere grazie alla vostra intelligenza.

C’è un profondo astio contro le e-bike, non solo tra gli appassionati ma anche tra chi in bici proprio non ci va, di nessun tipo. Però di questo parlerò un’altra volta, navigando in rete sto trovando troppi punti in comune tra quelli che intervengono in ogni polemica per essere una semplice coincidenza.

No, oggi voglio condurvi su una diversa linea di pensiero e per introdurla vi racconto un aneddoto, un mio incontro con un bibliofilo, amante soprattutto di libri rari e antichi.

Eravamo a casa mia, chiacchierando di alcuni volumi antichi in mio possesso, raccolti negli anni da mio padre, e cataloghi alla mano ci rendevamo conto di come alcune quotazioni fossero ormai impazzite.

E mentre il mio amico dichiarava di essere disposto a qualunque cifra (lui può permetterselo, io no), io di contro lo provocavo: a te interessa solo il possesso del libro, esporlo in libreria, di cosa c’è scritto dentro ti interessa nulla; a me invece non interessano anno o edizione, io nei libri voglio trovare quello che non conosco e che da solo non riesco a immaginare. Se uno nel ‘700 ha scritto fesserie, tali restano, pure se la legatura è pregiata e l’edizione rarissima. Aggiungo: se ne hanno stampate dieci copie forse è proprio perché non ne valeva la pena.

E battendo su un suo vecchio ritornello, gli ho dato il colpo finale: non c’è differenza tra te e quello che spende cifre folli per mettere lo stereo in macchina!

“Ah, proprio tu queste cattiverie!”

“No, è un dato di fatto: il desiderio è lo stesso tra te e l’autostereofilo (esiste? boh), volete mostrare, possedere, la motivazione all’acquisto è identica”.

“Ma come fai a dirlo, vuoi paragonare un libro a uno stereo per la macchina?”

“No, ma il fatto che un libro sia un oggetto nobile (non tutti, si stampano certe porcherie), non significa che la spinta emotiva sia diversa: tutti e due acquistate per soddisfare un vostro identico bisogno, quale che sia l’oggetto non conta”.

A parte che negli anni non ho mai capito questo suo vizio di identificare lo stereo in auto come l’origine di tutti i mali del mondo, mi sono fatto perdonare con un barbecue da far resuscitare i morti.

E perdonatemi voi se con questo aneddoto posso sembrare uno di quelli che in treno prende appunti con la stilografica tra una pagina e l’altra della Recherche proustiana. 

Proviamo adesso a seguire questa bislacca linea di pensiero applicandola al nostro mondo a pedali.

Anni di bici e di test mi hanno dimostrato come esistano bici, componenti, particolari, dettagli, che permettono un netto miglioramento delle prestazioni.

Con due ruote di alto livello sappiamo tutti che a parità di potenza espressa siamo più veloci; o che facciamo meno fatica.

E del resto sono tanti i ciclisti che si lanciano in spese folli nella spasmodica ricerca della gomma, della ruota, del componente alleggerito per poter essere più veloce nell’uscita, su quella salita, in quella sparata pancia a terra.

Abbiamo anche una definizione per questo: lo chiamiamo doping tecnico.

Nulla di strano o disdicevole, è la nostra passione. Anche se io non sono di quelli che rincorre l’ultima novità, almeno come ciclista, il blog è cosa diversa e giustamente cerco di essere sul pezzo, comprendo questa voglia di bici sempre più leggere, veloci, performanti.

Perché alla fine la gamba è quella, si cerca di sopperire con la ruota che ci tira d’impaccio in salita o ci trascina in piano.

Ora l’e-bike, perché chi la usa e la conosce sa che non è vero che il motore fa tutto, è solo un aiuto. Una assistenza. Ma vi assicuro che su un muro al 22% ti viene la lingua da fuori uguale.

Se proviamo a guardare a quell’assistenza, palese perché il motore non lo puoi nascondere, come una delle tante opzioni offerte dal mercato per avere quell’aiuto che cerchiamo con altri componenti?

Certo, so che un buon set di ruote non ha la stessa “potenza” di una unità centrale ma non è questo il punto. Non è la quantità di aiuto che conta, ma il fatto che sia comunque un aiuto, come alleggerire la bici.

Perché altrimenti rischiamo l’errore del mio amico: il libro è nobile, lo stereo no. Eppure alla radice troviamo la stessa esigenza, la stessa motivazione.

Escludo ovviamente quelli che vanno in ebike per stracciare i kom o fare gli splendidi in salita passando il gruppo, lì il problema non è l’ebike ma il tipo che c’è sopra, che di problemi deve averne tanti di suo per essere così puerile.

Vedete, mi avete conosciuto in questi oltre dieci anni di blog come un appassionato, che è quello che sono.

Mi sono avvicinato da poco al mondo e-bike per due ragioni: informazione, perché credo che serva un appassionato per parlare con altri appassionati; perché gli danno troppo addosso e questo mi basta per spingermi a studiare il fenomeno.

Mi sto rendendo conto che è un ciclismo diverso, che serve una mentalità differente dalla nostra di pedalatori seriali per apprezzarla.

Mi sto rendendo conto che è comunque una forma di ciclismo, con sue peculiarità, caratteristiche. E non manca del tutto la fatica, il nostro pane quotidiano sui pedali.

Vista così può sembrare più accettabile anche dai duri e puri? 

Io non dico che le e-bike debbano sostituire le bici classiche: solo che rappresentano una ulteriore opzione, offrono un modo diverso di vivere la bici (astenersi i leoni da tastiera “Mica è una bici!”), costi a parte rendono una gita fuoriporta accessibile a tutti.

E più di ogni altra cosa: basta dare addosso a chi le usa.

Abbiate tolleranza per questa mia chiacchierata, priva di valenza tecnica e scusate se leggendo vi è sembrato di perder tempo.

Però pensateci, perché oltre al fatto che ritengo ognuno abbia il diritto di pedalare come vuole senza dover subire pubblici processi, forse se non ho centrato il bersaglio magari di striscio l’ho preso.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Moresco</cite>

    Con e con te sul totale rispetto di ogni scelta fatta per pedalare.
    Non convegno sul fatto che componenti sofisticati su una bicicletta diminuiscano la fatica; aumentano le prestazioni perché ce la metterai tutta comunque.
    Io ho voluto sperimentare direttamente per alcuni giorni l’uso della eBike su percorsi e salite che normalmente percorro con una bici tradizionale.
    Sono arrivato negli stessi posti sicuramente in minor tempo ma sicuramente anche con meno fatica perché è innegabile che quando puoi avere un aiuto lo accetti. Come dire di aver un pignone più grande in salita; non lo metti?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Piero, hai ragione ma dipende dai casi. Prendiamo il test che ho fatto l’anno scorso delle Ultegra C36. L’altro tester, sportivo e prestante, è andato a tutta; io che sono scarso mi sono goduto l’innegabile aiuto a parità di bassa velocità. Ma alla fine ho scritto le ruote, avrei potuto dire il pignone da 36 o 42 per chi non riesce a salire col 28 o tanto altro. Insomma, le ruote sono un esempio.
      Aggiungo solo una considerazione. Ora che una ebike con motore prestante la sto provando (a settembre la recensione, quella in foto di apertura) posso dirti che la citazione del muro al 22% è reale, motore o no mi ha stroncato. Ma è indubbio che su pendenze medie vado come fossi in eccellente forma con la sportiva da 6kg, verificato perché le strade per i test sono le stesse da molti anni.
      Fai meno fatica ma “non fa tutto il motore”, e non fraintendermi, so che non lo hai detto, anzi. E’ che ormai vado in automatico a ribadirlo… 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Daniele</cite>

    Sempre pensato, è solo una opzione in più che ti permette di fare cose che non faresti con una bici normale, penso in particolare in MTB, ma vale anche in generale.

    E se uno anche la prende per fare meno fatica a parità di giro e allenamento ? e quindi cosa cambia, che ci importa, dobbiamo andare quindi tutti con le prime MTB in acciaio da 20 kg e ruote da 26 o in bdc senza cambio come una volta ? Per quale motivo ?

    C’è purtroppo un poi però. La maggiore accessibilità della bici grazie al motore sta portando ad un maggiore afflusso di utenti, che se in certi ambiti è benvenuto (es ciclibilità urbana), in altri provoca contrasti, conflitti con altri utenti e maggiori rischi (es sentieri in zone turistiche). Problema non di facile soluzione se non istituendo divieti per tutti.

    ps. io non ho mai provato una e-bike

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Daniele, condivido tutto tranne l’ultimo capoverso. Vero che le E-Mtb (soprattutto loro) hanno reso “facile” a molti accedere lì dove prima non arrivavano ma il problema non è mai il mezzo ma la persona che c’è sopra.
      Altrimenti rischiamo la generalizzazione che tanto male ha fatto e fa a noi ciclisti (i ciclisti sono tutti indisciplinati! per due idioti che bruciano il rosso per non perdere il ritmo) e che a nostra volta applichiamo ad altri, automobilisti in primis.
      Dico sempre che noi ciclisti non siamo migliori degli altri, tra le nostre fila abbiamo la stessa percentuale di imbecilli come qualunque categoria, siamo specchio della società in cui viviamo. Ampliando la platea si amplia anche statisticamente la percentuale di imbecilli, ma la colpa non è mai di cosa si guida ma come. Come si è, potrei dire.
      Del resto lo stesso sta accadendo coi sentieri a piedi resi più agevoli, soprattutto in montagna.
      Sul resto hai perfettamente ragione, altrimenti come giustamente sostieni, i “duri e puri” dovrebbero star lì con la gloriosa Pininfarina verde e basta… 😀

      Fabio

      • <cite class="fn">Daniele</cite>

        Assolutamente l’e-bike è un oggetto inanimato, la differenza la fa chi ci sale.
        Ma appunto maggior afflusso, maggiori stupidi. Purtroppo però non si possono ancora selezionare gli utenti in base al grado di stupidità, quindi in alcune zone ci rimetteranno tutti.

  • <cite class="fn">Gustavo</cite>

    Ciao a tutti. Ho 66 anni e fino allo scorso anno ho pedalato con bici da corsa. Negli ultimi anni ho iniziato ad avere problemi scheletrici e muscolari a ginocchia e anche. Problemi che mi impedivano di andare oltre un certo sforzo. Ormai riuscivo solo a fare pedalate in pianura.
    Consigliato da un amico, ho comprato una ebike gravel e sono contento di aver fatto questo passo. Mi permette di fare ancora itinerari in montagna che con la muscolare avevo ormai abbandonato. Ma soprattutto con l’aiuto dei vari livelli del motore, riesco a gestire bene lo sforzo e a non mandare k.o. le gambe.
    Questo mi permette di fare ancora sport in bici e divertirmi. (e se si vuole sudare, si suda anche con la Ebike).

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ottimo Gustavo, perfettamente centrato il punto. Uno dei punti in realtà perché sto scoprendo molto altro con l’uso. Anche limiti evidenti, non è tutto rose e fiori. Ma i test servono non solo a voi, servono anche a me per imparare e in queste settimane mi sto rendendo conto che c’è davvero tanto da capire. Ogni vostro pensiero da utilizzatori mi è prezioso.

      Fabio

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